La magia del cubo di Rubik, l’arte della scienza, la logica di un algoritmo. Qualche giorno fa ho avuto l’opportunità di incontrare una persona appassionata e di potergli fare domande.

Sì, lo so, siamo nel 2019, YouTube regna sovrano nell’universo del video tutorial, e su Google si trova tutto. Ne faccio una professione, dopotutto.
Eppure, al di là di ogni tutorial online e di ogni “come fare per..” è il punto di vista umano che fa la differenza. Ciò che mi ha insegnato Giorgio, trotterellando sapientemente tra le mano il cubo 3×3 più famoso al mondo, è quanto sia necessario dapprima rimescolare tutti i tasselli, per poi riportarli nell’ordine corretto.
E’ così che tornano matematicamente al loro posto gli elementi. Si passa da qui.
Dopotutto, il suo inventore ne sapeva parecchia di prospettiva. Il professore di architettura ungherese che lo ha inventato, doveva avere avuto a che fare con le prospettive dei maestri, da Giotto a Brunelleschi, e negli anni ’70 ha avuto la geniale idea di sintetizzare alcuni concetti cardine nel cubo magico.

Quello che mi affascina di più è la metafora umana del puzzle più venduto al mondo. La logica di un algoritmo, l’arte della prospettiva, la scienza di capovolgere l’ovvio lasciando spazio ad una vista che diversamente non hai.
Un pò come a volte succede nella vita.

Grazie Giorgio Bormida e Stefano But parto dal centro